La Lega e i russi: la netwar è cominciata

Le nuove guerre non si dichiarano. Non terminano con un trattato di pace. Non prevedono prigionieri né rispetto dei diritti civili. Si sviluppano in maniera sotterranea, danneggiando infrastrutture nemiche e, soprattutto, modificando in modo subdolo le convinzioni dell’opinione pubblica. È quello che sta accadendo davanti ai nostri occhi, secondo un Libro Bianco di fonte Usa. E i russi stanno vincendo   

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Memi contro la libertà

Meme divulgato dal profilo Instagram di the_typical_liberal
Meme divulgato dal profilo Instagram di the_typical_liberal, che conta quasi un milione di follower e irride ai valori della sinistra americana

Le istituzioni politiche dei paesi occidentali legittimano il loro potere sul consenso popolare, non sulla libertà dei cittadini: per questo la dieta informativa dell’opinione pubblica è composta in larga misura da memi (che si occupano di divertimento e di emozioni) e non da notizie – che invece insistono sul regno della verità, dell’opinione, della libertà. I memi si impongono alla comprensione degli utenti senza bisogno dell’impegno della lettura; propongono un’informazione senza dover affrontare argomenti e sfidare tesi contrapposte; diffondono tesi attraverso la semiotica della parodia e del grottesco, aggirando le regole della responsabilità degli autori, e degli editori, per le falsità che vengono sostenute e messe in circolazione. Soprattutto, cambiano il medium che sostiene la loro diffusione, transitando dall’identità costruita negli anni delle testate giornalistiche all’anonimato dei profili sui social media. Ecco alcuni esempi su come, inventando memi e usando in modo appropriato i social, si può deformare la verità e moltiplicare i follower.

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Pizzagate e QAnon, quando i complotti cambiano la politica

Sostenitori di Trump e di QAnon
Sostenitori di Trump e fan di QAnon durante il comizio del presidente a Wilkes Barre, Pennsylvania.

È curioso che una delle fonti più prolifiche della dieta informativa negli USA sia 4chan.org un sito di scherzi digitali o, per esprimerci più correttamente, un forum di memi pubblicati da autori anonimi, con uno scorrimento cronologico dei contenuti che si arresta alla ventesima pagina, oltre la quale il passato viene cancellato per sempre. Di 4chan.org, Nick Douglas nel 2008 aveva scritto su Gawker che «può scioglierti il cervello», commentando il carnevale linguistico e iconografico che popola le sue pagine, un repertorio di memi pronto a infettare i social media e a scatenare epidemie di follia semiotica su Facebook, Instagram e Whatsapp.  

Ecco due esempi di come gli effetti di queste tecniche di comunicazione possano avere effetti devastanti sull’opinione pubblica e sulla politica.

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