Newsletter #2

Cari lettori, questa settimana l’approfondimento è dedicato al ruolo dei memi nella comunicazione digitale. L’articolo (Perché i memi sono come il cioccolato) e le due schede a seguire sono a cura di Paolo Bottazzini. Vi invitiamo a scriverci (utilizzando il form che trovare sul sito) per offrirci consigli, critiche, segnalazione di errori. Se la newsletter vi sembra interessate vi invitiamo a diffonderla via email o sui social. Grazie e alla prossima settimana. (2 maggio 2019)

I nostri approfondimenti


Perché i memi sono come il cioccolato

I memi sono il formato editoriale più idoneo alla propagazione delle informazioni tramite passaparola attraverso la Rete. Raggiungono audience molto vaste, catturano l’attenzione degli utenti e ne conquistano il favore, in modo tale da motivarli a rilanciare il contenuto verso i loro contatti sui social media e nella rubrica email… (continua la lettura)


Memi contro la libertà

Ecco alcuni esempi su come, inventando memi e usando in modo appropriato i social, si può deformare la verità e moltiplicare i follower… (continua la lettura)


Pizzagate e QAnon, quando i complotti cambiano la politica

È curioso che una delle fonti più prolifiche della dieta informativa negli USA sia 4chan.orgun sito di scherzi digitali o, per esprimerci più correttamente, un forum di memi pubblicati da autori anonimi… (continua la lettura)

Segnalazioni


Facebook, una multa piccola piccola

  • Facebook ha accantonato tre miliardi di dollari temendo una multa (di 3-5 miliardi) da parte della FTC (Federal Trade Commission), l’ente regolatore Usa che sta discutendo quali restrizioni porre all’attività della piattaforma. 
  • Ma sul New York Times Kara Swisher scrive che una multa tra 3 e 5 miliardi di dollari per Facebook è come il pedaggio per un parcheggio: tanto è vero che, quando si è diffusa la notizia della multa, le azioni di Facebook sono cresciute. Con 23 miliardi di dollari in banca, per Facebook una multa simile è solo uno dei “costi del business”. Scott Galloway, professore di marketing alla New York University, afferma: “Aggiungete uno zero e cominciamo a parlarne”. Swisher sottoscrive.
  • Sempre sul New York Times Marc Roterberg, presidente dell’Electronic Privacy Information Center, dice che la FTC ha “un’opportunità di spezzare Facebook, obbligandola a vendere Whatsapp”. “Non è solo ul problema filosofico, ma è una punizione appropriata ed equilibrata”.

Nuove indagini su Facebook. Ma non in Italia

  • PoNuove inchieste sulla gestione dei dati da parte di Facebook sono in corso in Canada, nello Stato di New Yorke persino in Irlanda, il paese più restio ad affrontare questo problema, essendo la sede dove le piattaforme digitali hanno investito in Europa, grazie a enormi facilitazioni economiche. (Politico rileva comunque che l’Irlanda è uno dei pochi paesi a non avere ancora preso alcun provvedimento, grazie alla dipendenza nei confronti delle piattaforme).
  • Altre indagini sono partite in Germania e Francia, che hanno già adottato misure severe contro i social network. La Gran Bretagna (che ha già multato Facebook) sta progettando di costituire una nuova Authority per controllare le piattaforme digitali.  Australia, India, Nuova Zelanda e Singapore hanno approvato o stanno discutendo misure restrittive nei confronti della piattaforma. A preoccupare i diversi paesi è soprattutto la capacità di Facebook di far crescere i movimenti estremisti e populisti.
  • In Italia non si registra alcuna iniziativa.
  • Nel corso della Conferenza F8, Mark Zuckerberg ha detto che Facebook spingerà gli utenti verso comunicazioni “più private” all’interno di piccoli gruppi. E ha confermato di “stare lavorando per integrare anche Whatsapp e Messenger” all’interno di Facebook.  
  • Il testo completo di una lunga intervista dello storico Yuval Noah Harari a Mark Zuckerberg è pubblicato qui.

Amazon consegna in un giorno

  • Amazon (che ha appena annunciato profitti per 10,1 miliardi di dollari nell’anno fiscale appena concluso) vuole ridurre i tempi di consegna da due giorni a un giorno solo. Questa innovazione sarà  introdotta prima negli Usa e poi in tutti gli altri paesi, sulla scia di aziende cinesi come JD.com e Alibaba. Per ottenere questo risultato ha deciso di investire 800 milioni in nuovi camion e sistemi di trasporto, magazzini, dipendenti.
  • Questo le consentirà di diventare sempre più forte nella logistica e autonoma da giganti come UP e Federal Express, di cui sta diventando concorrente. 

Amazon: licenziamenti robotizzati 

  • Su The Verge Colin Lecher scrive che in 14 mesi (agosto 17-ottobre 18) Amazon ha licenziato trecento dipendenti (su 2.500) per scarsa produttività nel solo centro di Baltimora. Secondo Lecher, Amazon avrebbe un sistema automatizzato per rilevare la produttività di ciascun dipendente, inviare avvertimenti  e lettere di licenziamento senza neanche l’intervento di un supervisore. Ogni lavoratore è costantemente monitorato: in caso di eccessiva lentezza riceve un avvertimento automatico, e, se non migliora le proprie prestazioni, viene licenziato dal sistema. “Una delle cose che abbiamo ascoltato più spesso intervistando i lavoratori  è che si sentono trattati come robot, essendo monitorati da robot”. 

Tesla: un milione di auto senza guidatore entro un anno

  • Tesla promette un milione di auto a guida autonoma entro il 2020. Elon Musk, il patron di Tesla, è abituato a spararle grosse e spesso è stato smentito dalla realtà o ha cambiato idea. In questa occasione ha detto che “Tesla, che non ha mai costruito microchip prima di oggi, ha costruito il microchip migliore del mondo”. L’obiettivo è ridurre i costi di una corsa di Uber di un fattore dieci, da 2-3 dollari a miglio a 1,8. Eliminando i conducenti. 
  • Ma il Financial Times fa notare che, dopo i recenti disastri di due aerei Boeing (causati da difetti del software) gli esperti di intelligenza artificiale stanno diventando sempre più cauti sui tempi in cui auto totalmente autonome potranno essere introdotta su strada

Cina, il paese del Grande Fratello

  • Razzismo robotizzato. Il New York Times sta pubblicando una serie di straordinari reportage dalla Cina sull’uso delle tecnologie digitali per il controllo della popolazione. In particolare il governo cinese sta sperimentando in modo molto aggressivo le tecniche di riconoscimento facciale nei confronti della minoranza degli Uiguri, undici milioni di cittadini di religione musulmana nel Nord Ovest del paese. In questo caso la sperimentazione riguarda la creazione di un profilo razziale: i sistemi di riconoscimento facciale sono utilizzati per rintracciare e seguire gli uiguri nel paese. Il New York Times lo definisce “razzismo automatizzato”.  
  • Pagare con la faccia. Il Financial Times sostiene che la Cina ha il database di immagini per il riconoscimento facciale più grande del mondo (con oltre un miliardo di immagini) e sta sperimentando sistemi avanzati di controllo sociale: robot equipaggiati con sistemi di riconoscimento girano per le strade; in alcuni ristoranti si consente ai clienti di “pagare con la faccia”; le banche stanno utilizzando tecnologie di intelligenza artificiale (sviluppate dal gruppo Ping An) per rilevare indizi di truffa da micro-movimenti del viso. 
  • Controlli da esportazione.Secondo il New York Times  la Cina sta esportando i suoi sistemi di controllo nel resto del mondo. In particolare in Ecuador.
  • Microsoft dà una mano. Alcuni analisti notano che nel settore dei sistemi avanzati di controllo, il governo cinese conta sulla collaborazione di un’azienda come Microsof

Facebook, i russi e il Rapporto Mueller

  • Che ruolo hanno avuto Facebook e l’agenzia russa Ira (Internet Research Agency) nell’elezione di Trump? Ryan Broderick, su Buzzfeed, sintetizza i risultati del Rapporto Mueller:  
  • L’Ira comincia a creare comincia a creare account “americani” sui social media (Facebook, Twitter, Youtube, Tumblr e Instagram) nel 2014 (già in settembre inventa una falsa esplosione a un impianto chimico con immagini false della Cnn e di tv locali). Nel 2017 il gruppo “United Muslims of America”, controllato da Ira, conta 300 mila follower, “Don’t Shoot Us” 250 mila, “Being Patriotic” oltre 200 mila, “Secured Borders” 130 mila. In totale Ira produce 80 mila post su Facebook che raggiungono 126 milioni di americani. Ira controlla 170 account Instagram (120 mila post); 3.814 account Twitter (176 mila tweet), supporta Bernie Sanders e Donald Trump. Principale bersaglio: Hillary Clinton, descritta come “un mostro”.

In breve

L’Authority dei dati.Sul Financial Times Jeni Tennison, direttore dell’Open Data Institute, spiega perché è necessario creare nuove istituzioni per proteggere la collettività dagli abusi da parte delle piattaforme digitali, con l’obiettivo di usare i dati del cittadini per scopi socialmente utili.

L’Economia della conoscenza, spiegata.Sempre sul Financial Times, segnaliamo una recensione di “The Knowledge Economy” di Roberto Mangabeira Unger, filosofo brasiliano, professore alla Harvard Law School. Unger ragiona sulle caratteristiche dell’“economia della conoscenza” sottolineando il fatto che, al contrario della vecchia economia basata sulla manifattura, questo “avanzato modo di produzione resta prerogativa di un’élite”. Tutto ciò rappresenta “la causa più importante sia della stagnazione economica sia dell’ineguaglianza economica”. 

Meno bimbi con Netflix? Netflix è reponsabile del calo demografico negli Usa? Se lo chiede il Wall Street Journal, un po’ per scherzo e un po’ no: pare che alla fine “uno dei due finisca per addormentarsi…”).   

I democratici Usa: algoritmi trasparenti. Il partito democratico americano ha presentato al Congresso un “Algorithmic Accountability Act”. I democratici chiedono che gli algoritmi che spesso regolano aspetti della nostra vita siano sottoposti a controllo pubblico e diventino trasparenti. Bloomberg definisce la proposta democratica “uno sforzo per riaffermare il controllo umano quando algoritmi opachi prendono il controllo di processi decisionali”.  

Google e l’AI Platform.Google lancia la sua “AI Platform”, una piattaforma per l’intelligenza artificiale dove mette a disposizione strumenti facili da usare e da “customizzare”, con l’obiettivo di “democratizzare AI e machine learning”.  

Più informazione, meno attenzione. Un articolo pubblicato da Nature dimostra come negli ultimi decenni l’abbondanza di informazioni abbia ridotto la nostra capacità di attenzione.

Internet accelera l’odio? Dopo l’ultimo attentato alla sinagoga di San Diego il New York Times scrive: “Diventa sempre più difficile ignorare come l’odio e i messaggi online facciano scorrere il sangue nel mondo reale. E come le piattaforme dei social possano agire come acceleratori dell’odio. Internet ha messo il suo marchio sui moderni crimini di odio”.

Eric Schmidt si dimette. Dopo 18 anni di attività ai vertici della struttura amministrativa di Google (poi del Gruppo Alphabet), Eric Schmidt lascia Mountain View.Molti osservatori attribuiscono alla sua presenza in Google la trasformazione della startup di Larry Page e Sergey Brin nel colosso internazionale che è oggi Alphabet. Insieme ai dati negativi sul primo quarto del 2019, la notizia dell’uscita di Schmidt sembra essere la causa del crollo dell’8% nella seduta del 30 aprile del titolo Alphabet.

Il calcio nell’era degli algoritmi. I club di calcio europei che contano stanno avvicinando un nuovo modo di concepire il gioco del calcio: dallo studio della disposizione della squadra in campo, alle azioni possibili per ogni giocatore in ogni posizione, all’organizzazione delle azioni – fino all’allenamento e alla preparazione tattica e atletica. Gli algoritmi si propongono come assistenti dei commissari tecnici, e siamo già alla seconda generazione di paradigmi scientifici per la loro progettazione e implementazione.

Quando Internet chiude. Secondo Access Now (vedi grafico) gli interventi di censura su Internet (spegnimento o interruzione della rete) stanno aumentando in modo radicale nel mondo: 33 nel 2014, 108 nel 2018, 188 nel 2018. 

La UE avverte Facebook.Věra Jourová, Commissaria europea per la Giustizia, ha scritto una dura lettera a Nick Clegg, chiedendogli maggiore trasparenza nella pubblicità elettorale, in occasione delle imminenti elezioni europee, per proteggere i cittadini europei dalle interferenze straniere.

Le rimozioni di Apple. Apple ha rimosso dall’Apple Store almeno 11 delle 17 app più usate per limitare la dipendenza dal cellulare e l’uso da parte dei bambini  

Spotify a cento milioni. Spotify ha superato i 100 milioni di utenti.