Newsletter #13

Approfondimenti

La Lega e i russi: la netwar è cominciata

di Paolo Bottazzini

Le nuove guerre non si dichiarano. Non terminano con un trattato di pace. Non prevedono prigionieri né rispetto dei diritti civili. Si sviluppano in maniera sotterranea, danneggiando infrastrutture nemiche e, soprattutto, modificando in modo subdolo le convinzioni dell’opinione pubblica. È quello che sta accadendo davanti ai nostri occhi, secondo un Libro Bianco di fonte Usa. E i russi stanno vincendo (continua a leggere

Segnalazioni

Facebook: 5 miliardi di multa 

La Federal Trade Commission americana ha inflitto cinque miliardi di multaa Facebook per avere condiviso i propri dati con Cambridge Analytica. Se il Dipertimento della Giustizia approverà la decisione (come generalmente accade) si tratterà della multa più alta mai comminata a una società high-tech nella storia americana. Dopo la notizia della multa, le azioni di Facebook sono salite in Borsa: evidentemente gli investitori temevano peggio. Solo nell’ultimo trimestre Facebook ha registrato un fatturato di 15 miliardi di dollari, e nel 2018 profitti per 22 miliardi.

Democratici Usa: niente finanza per le Big Tech

La Commissione per i servizi finanziari della Camera Usa sta studiando una proposta per impedire alle aziende high-tech di trasformarsi in istituzioni finanziariee gestire monete digitali. La bozza di legge ha un titolo esplicito  ‘Keep Big Tech Out of Finance Act,’, “tenere le Big Tech fuori dalla finanza”. Secondo il progetto si definisce Big Tech ogni piattaforma online con un fatturato superiore ai 25 miliardi di dollari. È una risposta al progetto Libra, la criptomoneta di Facebook. Difficile che la legge sia approvata dai due rami del Congresso: sono troppi i repubblicani contrari. 

L’Europa mette Amazon sotto inchiesta

L’UE sta aprendo una procedura contro Amazonper la gestione dei dati provenienti dal marketplace. In altre parole, l’intenzione di Margrethe Vestager, prima di lasciare la carica di commissario alla Concorrenza presso la Commissione europea, sembra essere quella di indagare il comportamento predatorio con cui Bezos può riconoscere i prodotti di successo, replicarli riducendo il rischio imprenditoriale quasi a nulla e bruciare i concorrenti sul prezzo. Uno dei punti salienti dell’analisi della giovane economista Lina Kahn che abbiamo trattato in questo articolo.  

Thiel accusa Google di alto tradimento

Peter Thiel, il  miliardario (fondatore di PayPal) che negli ultimi anni è diventato un’icona della destra libertarian nella Silicon Valley, ha chiesto a Cia e Fbi di aprire un’inchiestasui legami tra Google e il governo cinese. Thiel chiede fino a che punto Google (specie nei suoi progetti di intelligenza artificiale) “sia stata infiltrata dal controspionaggio cinese”: altrimenti, perché l’azienda avrebbe deciso di collaborare con i militari cinesi rifiutando invece le proposte del Pentagono? Quasi un’accusa di alto tradimento. Importante, perché Thiel è un influente collaboratore del Presidente Donald Trump.

Amazon: addestrarne uno per licenziarne 24

Amazon dichiara di avere investito 700 milioni di dollari con l’obiettivo di addestrare centomila lavoratori (impiegati e magazzinieri) all’uso dei software e delle tecnologie dell’automazione. A maggio la società aveva annunciato che ciascuno dei nuovi robot per la logistica in fase di sperimentazione saranno in grado di svolgere il lavoro di 24 impiegati umani.  

Big Tech poco affidabili

Il mese appena trascorso ha mostrato la vulnerabilitàdell’infrastruttura di Internet. I servizi cloud di tutti i giganti americani (Google, Twitter, Facebook, Apple) hanno subito black out a ripetizione. La trasparenza dei Big Tech nel riconoscere i disservizi e nel motivare l’evento ha lasciato molto a desiderare (forse con l’eccezione di Google). Le cause dei disservizi sono state attribuite a errori banali, quasi tutti riconducibili al fatto che persino questi colossi della tecnologia tendono a testare gli aggiornamenti dei software di gestione direttamente in produzione. Consiglio per tutti: evitare sempre di affidare i propri dati e i propri servizi a un solo gestore.

Riconoscimento illegale

L’agenzia federale Usa per il controllo delle frontiere (Ice: Immigration and Customs Enforcement) utilizza un software di identificazione che ricorre al riconoscimento facciale: pare che l’Fbi disponga di un archivio con oltre 640 milioni di immagini. Il problema è che il ricorso a questa tecnologia, e alla schedatura di milioni di individui, non è mai stata autorizzata da alcun tribunale. Eppure oltre 9.000 dipendenti dell’Ice hanno accesso all’archivio. Negli Usa un gruppo parlamentare bipartisan ha protestatocontro questo uso indiscriminato di tecnologie non autorizzate.

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La trasparenza di Facebook

Facebook ha deciso di raccontarci un po’ più nel dettaglio cosa fa con i nostri dati nel momento in cui li tratta come merce. Per il momento la sola soddisfazione che possiamo toglierci è sapere a quali agenzie vengono trasferite le nostre informazioni; e avere delle garanzie – puramente verbali – sul fatto che i dati vengono utilizzati senza rivelare l’identità dei proprietari. Ma dopo lo scandalo Cambridge Analytica ulteriori sospetti sono comunque autorizzati; né si può escludere che un set di dati anonimizzati possa essere sottoposto a una elaborazione che permette al gestore di ricostruire l’identità del proprietario. Sarebbe auspicabile a breve che ci venisse consentito, oltre che di sapere cosa accade ai nostri dati, anche di decidere di bloccare il loro conferimento.

Un altro record di Amazon

Nei due giorni di Prime Day appena conclusi Amazon ha venduto 175 milioni di prodotti a livello globale. È un numero incredibilmente alto,fa notare Jamie Condliffesul New York Times: più del Black Friday e del Cyber Monday del 2018 messi insieme. In soli cinque anni Amazon ha creato un appuntamento commerciale che macina cifre record. 

TikTok, ovvero l’asimmetria cinese

TikTok, una app cinese basata sui video prodotti dai giovanissimi, ha superato il mezzo miliardo di utenti (300 milioni in Cina) ed è sempre più diffusa in Occidente. Ma questo successo inarrestabile pone un problema di reciprocità. Mentre i giganti high tech occidentali non possono entrare sul mercato di Pechino (né ovviamente raccogliere i dati dei cittadini cinesi), non è vero il contrario. ByteDance (la società che possiede TikTok) è soprattutto un colosso dell’intelligenza artificiale (valutata 75 miliardi di dollari) e ovviamente basa la sua forza soprattutto sui dati raccolti da TikTok. Quanto potrà durare questa asimmetria?

Il ricatto dei deepfake-audio

Symantec, azienda leader nella cybersecurity, ha rivelato che recentemente tre grandi aziende sono state ricattate(e hanno dovuto sborsare milioni di dollari) con la minaccia di diffondere audio falsi – ma perfettamente imitati – nei quali i leader aziendali facevano affermazioni devastanti per le compagnie. Si chiamano deepfake-audio: un pericolo nascente e sempre più grave. I nomi delle tre aziende non sono stati rivelati.

Trump “investe” sugli immigrati

Negli ultimi tre mesi il presidente Trump ha investitooltre un milione di dollari, su Facebook, su pubblicità relative all’immigrazione: tre volte e mezza tutti i candidati democratici messi insieme sullo stesso argomento. Il focus di Trump sono gli anziani bianchi e ispanici.  

Le schedature di Faceapp 

FaceApp è improvvisamente tornata di moda. Dopo una revisione del software, le bacheche di Facebook si sono riempite di immagini fotoritoccate con effetti di invecchiamento o di cambio di sesso. Chi ha sollevato perplessità sull’app lo ha fatto citando l’appartenenza del dispositivo a una società russa. Ma al di là di questo aspetto, il timore è giustificato dalle richieste di accesso ai dati che vengono sottoscritte dall’utente quando l’app viene attivata. Infatti, FaceApp (che usa un software di intelligenza artificiale per modificare l’immagine in modo convincente) colleziona tutte le foto che vengono postate e i metadati relativi, anche se l’app viene cancellata dal telefono; inoltre raccoglie le informazioni relative ai siti visitati dall’utente e ai cookie che condividono dati con terze parti per finalità di profilazione marketing; e molto altro.

Netflix perde un colpo 

Netflix comincia a perdere colpi. O per lo meno, nel secondo trimestre del 2019 ha perso il primo colpo. Il tasso di crescita di nuovi utenti registrati è stato la metà di quello previsto e il titolo ha perso il 10% del proprio valore. C’è chi comincia a vedere un futuro nero per la società, ma Netflix ha negato la gravità del dato, sostenendo che si tratta solo di un trimestre andato un po’ peggio del previsto.

Musk vuole collegare i cervelli a Internet

Elon Musk (noto per avere fondato Tesla) ha cominciato a vendere una nuova favola transumanistica. Neuralink è una nuova società che produce un dispositivo microscopico destinato a essere innestato direttamente nel cervello umano con l’obiettivo di stabilire un rapporto simbiotico tra l’intelligenza artificiale e quella umana; e di collegare il cervello direttamente a Internet.   Al momento la proposta commerciale è diretta alle applicazioni mediche, e il dispositivo viene descritto come una “macchina da cucire”, che potrebbe riparare i tessuti neurali danneggiati da incidenti o da malattie, restituendo la possibilità di movimento a chi ha subito un danno permanente.

Miliardi arabi alle università 

Il New York Times si chiede perché l’Arabia Saudita sia il terzo paese per donazioni alle università americane. Forse per far dimenticare le sue scelte ultraconservatrici e la sua aggressività militare. Ma soprattutto per formare una classe di futuri manager esperti in tecnologia. E si domanda perché le università americane accettino un fiume di denaro da un socio così scomodo.