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Approfondimenti

Intelligenza artificiale e giornalismo: alla ricerca del Lettore Modello
Qual è il Lettore Modello in rete? Google! L’unico che legge ogni articolo dall’inizio alla fine, ne valuta stile, coerenza interna, originalità. Tutti scriviamo per lui. Anche i nuovi software di intelligenza artificiale adottati dai giornali. Ecco come – e perché – funzionano (continua la lettura)

Facebook, il Corriere e il giornalismo in ginocchio

di Enrico Pedemonte

Il Corriere dedica la copertina di Sette a Sheryl Sandberg, numero due di Facebook. Un’intervista esclusiva di otto pagine. Senza una sola domanda vera. Perché? (continua la lettura)


Segnalazioni


Facebook, Whatsapp, Instagram: lavori (proibiti) in corso

Facebook, Whatsapp e Instagram hanno avuto pesanti problemi tecnici per molte ore mercoledì scorso: gli utenti non hanno potuto scaricare foto e scrivere messaggi. “Operazioni di manutenzione ordinari, è stata la versione ufficiale. Più probabilmente, è in atto l’unificazione dei tre social network in un unica piattaforma. Esattamente quello che Facebook aveva promesso che non avrebbe mai fatto quando le autorità antitrust americane ed europee le avevano concesso l’acquisizione di Whatsapp e Instagram. 

Le nostre foto, in parole povere

Durante il malfunzionamento dei tre social network, per alcune ore è stato possibile vederele didascalie automatiche di background create da Facebook (grazie a tecniche di machine learning). Sopra le foto oscurate si leggevano didascalie di questo genere: “questa immagine può contenere gente che sorride”, oppure: “gente che balla”, “un matrimonio”, “un gatto”. Così l’intelligenza artificiale di Facebook cerca di interpretare, e schedare, la nostra vita.

Si muove anche l’Antitrust britannica

Google e Facebook sono sotto inchiestaanche in Gran Bretagna per abuso di posizione dominante. La Competition and Markets Authority sta indagando per verificarese le due aziende “abbiano raccolto e abusato di dati personali e abbiano usato il loro potere per dominare il mercato pubblicitario online in UK”. 

Turista, la Cina ti spia 

La Cina obbliga i turisti che vogliono entrare nella regione dello Xinjiang a installare sul proprio cellulare un “malware” che consente alle autorità di controllare tutti i messaggi inviati e ricevuti. Nello Xinjiang abita una popolazione musulmana (gli uiguri) verso la quale il governo cinese ha adottato misure di sorveglianza particolarmente invadenti. A dare questa notizia sono giornalisti di Motherboard, Süddeutsche Zeitung, The Guardian, The New York Times e la rete tedesca NDR.

Google e Facebook cablano l’Africa

Google e Facebook stanno costruendouna rete di cavi sottomarini intorno all’Africa per collegare a Internet il continente. Il progetto di Facebook si chiama Simba ed è simile a quello che il social network sta realizzando in Europa e in Asia. Il progetto di Google è stato battezzato Equiano: la prima fase dei lavori sarà completata nel 2021 e consentirà di collegare il Portogallo al Sudafrica; sarà cento volte più veloce degli attuali progetti in via di sviluppo e si estenderà fino alla Nigeria.

Se è gratis rinuncio alla privacy

Secondo un sondaggio commissionato dall’Institute for Business Value dell’Ibm, il 71% dei consumatori pensa che valga la pena di sacrificare la privacy in nome dei benefici offerti dalla tecnologia, anche se l’81% si dice preoccupato di come i dati vengono usati. Secondo un sondaggio di Axios, il 46% dei giovani tra 18 e 24 anni accettano le policy aziendali sulla privacy senza leggere neanche una parola (contro il 15% degli ultrasessantacinquenni). In altri termini: le aziende tecnologiche hanno ragione a scommettere sul nostro disinteresse verso la privacy: i servizi gratuiti sono più forti del pudore.

Alibaba e i semi di sesamo

Sesame Creditè un sistema di credito sociale progettato dalla società cinese Alibaba per premiare le buone abitudini dei consumatori e i loro comportamenti virtuosi. Gli utenti migliorano il proprio punteggio, per esempio, se ripagano i propri debiti in tempo (grazie a Alipay, il sistema di pagamento via cellulare usato da centinaia di milioni di cinesi) o se restituiscono le biciclette (o i caricatori di cellulari) presi a noleggio. Il sistema. che è ormai diventato un progetto nazionale per modificare i comportamenti collettivi ed educare la collettività al rispetto delle regole, si è recentemente arricchito di progetti di “gamification”.
Primo esempio: gli utenti che acquistano un biglietto della metropolitana con Alipay (o affittano una bicicletta, o qualunque cosa del mondo Alibaba) ricevono uno scrigno virtuale contenente un tesoro, cioè dei semi di Sesamo che possono donare a progetti di beneficenza, per esempio la costruzione di scuole in aree povere o altro.
Secondo esempio: chi adotta un pulcino virtuale (stile Tamagotchi) e lo tratta con cura (nutrendolo ogni qualche ora e aiutando i pulcini degli amici che hanno bisogno di aiuto) riceve uova virtuali da donare in beneficenza.
Terzo esempio: se adotti un seme digitale e fai crescere un albero virtuale, per premiarti Alibaba pianterà un albero vero in un’area cinese deforestata.
Dicono gli autori di questi progetti di gamification che i giochi abituano i cittadini a rispettare gli impegni, li addestrano all’altruismo e insegnano a ragionare in modo etico. Soprattutto, consentono di capire in che modo può essere modificato il comportamento di ogni singola persona. 

Lerner, Serra, Mantellini

Gad Lerner, sul Venerdì di Repubblica, avanza riserve sulla credibilità di Wikipedia: sostiene che la voce “autunno caldo” è zeppa di scemenze, per non parlare della voce “Gad Lerner”, i cui errori non è mai riuscito a correggere. Michele Serra prende al volo l’occasione e sull’Amaca del 28 giugno tuona che quella voce (l’autunno caldo) potrebbe essere stata concepita da “un qualunque teorico o giornalista della vecchia destra padronale o della nuova destra revisionista”. Buon ultimo, Massimo Mantellini (su il Post) spiega con le buone maniere come funziona Wikipedia e come è possibile editarne le voci. Da leggere. 

Chi ruba gli esperti di IA

Lionel Laurent, su Blooberg News, lancia un allarme: le grandi piattaforme digitali stanno rastrellando i cervelli europei in aree strategiche: 562 startup europee sono state acquisite da aziende americane tra il 2012 e il 2016. E, come ha detto l’economista Hal Varian (di Google) la ragione principale che ha spinto all’acquisto di quelle compagnie è stato portarsi via gli ingegneri e i tecnici che lavorano lì dentro. Per evere una misura di quanto scarse siano queste risorse basti pensare che il numero di esperti di intelligenza artificiale – la disciplina che sta ridefinendo la tecnologia contemporanea – non supera le 200 mila persone, concentrate soprattutto nel Regno Unito e in Germania. E lì le piattaforme fanno shopping.